“Il Jihadista abita con noi” è il titolo della relazione che il Cons. Dott. Carlo Maria Capristo ha tenuto durante la riunione organizzata il 2 febbraio 2015 presso l’Hotel Palace dal Rotary Club Bari Sud in Interclub con il Rotary Club Bari Castello, cui ha partecipato anche il Nostro Governatore Luigi Palombella. Dopo i saluti di rito alle Autorità (il Questore di Bari dott. Antonio De Iesu, il Comandante della Legione Carabinieri “Puglia”, Generale di Brigata Claudio Vincelli, nostro socio onorario, i PDG Riccardo Giorgino e Renato Cervini), ai numerosi soci e ospiti presenti, e le comunicazioni del segretario Gennaro Ranieri, la parola è passata al Presidente Francesco D’Alessandro per la presentazione e l’introduzione dell’Illustre Relatore.
Il termine Jihad deriva dalla radice araba J-H-D, letteralmente può essere tradotto come “sforzo necessario a raggiungere un obiettivo”, mentre secondo la definizione coranica significherebbe “fatica e impegno, interiore e materiale (riferimento al denaro), per la causa di Dio”. Il Dott. Capristo è entrato subito nel vivo dell’argomento della riunione rotariana.
Secondo quest’ultima interpretazione si possono ulteriormente distinguere tre diversi significati: lotta spirituale al fine di vivere nel migliore dei modi la fede islamica; lotta per costruire una buona società musulmana; atto “militare”, concesso però dalle sacre scritture islamiche del Corano solo come difesa del popolo musulmano.
In nessuna di queste definizioni rientra il concetto di “Guerra Santa” ossia di conflitto volto a convertire tutto il mondo (gli infedeli) all'Islam.
Tuttavia, la jihad nella sua accezione di espansione territoriale è sempre stata un aspetto centrale della vita musulmana: è così che i musulmani governarono gran parte della penisola arabica fin dalla morte del profeta Maometto, avvenuta nel 632, ed è così che un secolo dopo, i musulmani conquistarono una regione che andava dall’Afghanistan alla Spagna.
Successivamente, la jihad incitò e giustificò le conquiste musulmane di territori come l’India, il Sudan, l’Anatolia e i Balcani.
L’ampiezza di significato del termine Jihad è rimasto sconosciuto al mondo occidentale fino all’abbattimento delle Torri Gemelle di New York avvenuto l’11 settembre del 2001, quando è diventato di uso comune, per poi essere associato a tutta una serie di altri attentati violenti e terroristici in tutto il mondo (p.es. Londra 2005, Parigi 2014) rivendicati dallo Stato Islamico (anche detto ISIS).
Lo Stato Islamico, conosciuto anche come Stato Islamico dell'Iraq e della Grande Siria (ossia Stato Islamico dell'Iraq e al-Sham, ISIS), o Segretario Generale del califfato Islamico, ma anche Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL), è un gruppo terrorista - di matrice islamica - attivo in Siria e in Iraq il cui attuale leader, Abu Bakr al-Baghdadi, ha unilateralmente proclamato la rinascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo.
L’ISIS prende origine nel 2014, a seguito delle rivolte nate per contrastare il governo siriano presieduto da Bashar al-Assad, e riunisce in una sola entità le caratteristiche dell’esercito, delle modalità terroristiche, della fisicità del territorio in cui risiede e della struttura statuale.
Questo nuovo jihadismo è una rivoluzione dei giovani musulmani contro le élites musulmane tradizionali, che essi vogliono rovesciare per prenderne il potere, così da andare poi alla conquista del mondo.
L'ONU, alcuni singoli Stati e i mezzi d'informazione in tutto il mondo hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come ad un’organizzazione terroristica.
Il Procuratore Capristo ci ha riferito che dal punto di vista politico l'ISIS è riuscito laddove gli altri gruppi fondamentalisti e del radicalismo islamico, per anni e anni, non erano riusciti, vale a dire a trasformare il radicalismo islamico in un'istituzione, il califfato, creando così uno stretto rapporto tra territorialità e identità: califfo e califfato. Non è dunque un caso che nella loro comunicazione politica utilizzino spesso l'espressione "Stato islamico" (in arabo al-Dawlah).
Il contesto di oggi è quello di un islam mondializzato, di un islam globalizzato che trascende le vecchie frontiere geografiche e che distrugge, spezzandolo, l'antico rapporto fra territorialità e identità, annunciando la fine delle nazioni.
Quando l'ISIS parla di un califfato mondiale, significa che il mondo intero, poco a poco, dovrà essere sottomesso all'islam.
Il jihadismo, quindi, è una nuova forma di terrorismo completamente diverso dalle tipologie a noi già note, perché non solo è di tipo situazionista (cioè sfrutta una determinata situazione in un contesto e in un momento preciso alla rivendicazione in nome di una ideologia o dell'indipendenza di una regione), ma è invisibile e, dunque, capace di reclutare un’infinità di adepti che sfuggono al controllo e alle schedature.
Non può dunque che inquietare, questo terrorismo, perché sta tutto nella manipolazione della paura e nella trasmissione dell’orrore, oggi mondialmente divulgati su Youtube.
Esiste dunque, nel jihadismo, un uso intenzionale della violenza, della minaccia della violenza, dell’esaltazione del terrore delle azioni.
Il dottor Capristo ha tenuto a specificare che non bisogna uccidere la speranza dei musulmani che vivono in Occidente, non bisogna cadere nella trappola di rivolgere la nostra rabbia contro tutti i musulmani, perché questa non è e non deve diventare una guerra di Religione.
Bisogna lottare contro il terrorismo, intraprendendo strategie antiterrorismo nell’ambito della sicurezza nazionale ed europea.
L'azione dell'Unione Europea si appoggia su strumenti specifici destinati a facilitare l'aiuto reciproco tra i servizi repressivi degli Stati membri, come Europol, Eurojust, il mandato di arresto europeo e le squadre comuni d'indagine (composte da responsabili delle autorità repressive dei vari Stati membri ed eventualmente di agenti di Europol).
In Italia è necessario potenziare i servizi di intelligence e favorire un serio programma di coordinamento e collaborazione fra i vari servizi di sicurezza dei diversi Paesi.
Occorrono misure per arginare uno dei fenomeni che generano maggiore allarmismo: i c.d. foreign fighters (ovvero i guerriglieri di ritorno dall’addestramento e in attesa di un segnale) ed è indispensabile che i cittadini si sentano parte della sicurezza comune diventando una sorta di “sentinelle civili”, segnalando alle Forze dell’Ordine comportamenti e movimenti strani senza farsi prendere dal panico.
L’ultima riflessione del Procuratore Capristo è stata per l’attacco “Charlie Habdo” e se la libertà di manifestazione del pensiero ha dei limiti e, nello specifico, se la libertà di satira si può spingere sino alla blasfemia.
Al termine della relazione sono intervenuti anche il Questore di Bari dott. Antonio De Iesu, e il Comandante della Legione Carabinieri “Puglia”, Generale di Brigata Claudio Vincelli, con delle osservazioni sulla tematica trattata.
È seguito un dibattito scaturito dai tanti interventi dei soci presenti e dalle risposte che il Dott. Capristo ha dato con grande generosità e in modo assolutamente esaustivo.
Ha concluso la serata di studio, conoscenza e formazione il D.G. 2120 Luigi Palombella, evidenziando preoccupazione per le giovani generazioni e collegandosi al tema della comprensione mondiale e della pace (cui il Sodalizio dedica il mese di Febbraio) e al problema scottante e consequenziale dell’immigrazione, che il Rotary italiano ha trattato a Marsala nell’ottobre scorso al Rotary Day Nazionale.
Uno degli obiettivi principali del nostro sodalizio è quello di “propagare la comprensione e la pace a livello internazionale, mediante il diffondersi nel mondo di relazioni amichevoli tra persone esercitanti diverse attività economiche e professionali, unite nel comune proposito e volontà di Servire”
È per questo che il Rotary presenta una struttura transnazionale e coopta i soci senza distinzione alcuna di natura etnica, religiosa o culturale.
Grande attenzione alla collaborazione, allo scambio tra i popoli, a favorire il difficile processo di integrazione e accoglienza, massimo impegno per portare la luce nelle zone di oscurità che ancora caratterizzano gran parte dei paesi del pianeta, intervenendo fattivamente nella vita quotidiana e con progetti di servizio, al fine di sanare le disuguaglianze che caratterizzano questa nostra epoca.
Carmen Russo
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Cons. Dott. Carlo Maria Capristo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani